Titta Marini - Tutte le poesie e Discorsone del Fronte dell'Ozzio
Dopo due anni dall'uscita della raccolta "Tutte le poesie" propongo un mio articolo pubblicato sul bollettino della Società tarquiniense d'Arte e Storia, seguito dall'inedito video del Discorsone del Fronte dell'Ozzio, storico comizio politico del poeta, per la gioia di tutti gli appassionati di Titta Marini.
A distanza di ventotto anni dalla
scomparsa del poeta dialettale cornetano per antonomasia, ecco finalmente tutte le poesie di Titta Marini raccolte in un unico volume edito dal Comune di Tarquinia.
Il professor Maurizio Brunori, curatore della raccolta, ci presenta
l’opera di Titta compiendo un sapiente lavoro di ricerca e raffinatura di tutte
poesie pubblicate in più di cinquant’anni di attività del poeta. Nell’accurata
prefazione vengono ampliamente individuati e illustrati tutti periodi di
produzione poetica dell’autore: quello tra gli anni ’30 e ’50, quello tra il
’69 e il ’72, ed il periodo ultimo fino al 1980, per un totale
di nove pubblicazioni tutte radunate in questo speciale
libro. La raccolta contiene in ordine cronologico le poesie tratte dai seguenti
volumi: “Ommini, donne e fazzoletti, da naso”, “Il cadavere”, “Cose grosse”,
“Tritume”, “Ladri e Castroni”, “Primo pelo”, “Zitti tutti... che parlo io”,
“Storia sì, storia no”, più le “Poesie inedite” uscite postume (sempre a cura
di Maurizio Brunori).
Titta Marini (Tarquinia, 1902-1980) è sicuramente una delle
figure più popolari della memoria tarquiniese. Da queste parti tutti lo
conoscono, e pochi sono quelli che almeno
una volta non hanno sentito recitare una sua poesia.
Persona di grande sensibilità ma anche personaggio buffo e dalle mille stranezze, Titta ha segnato il macco cornetano con qualcosa di indelebile: una poesia fatta di personaggi, cose e animali presi direttamente dalla strada, dalle campagne, dalle osterie. Nei suoi versi spesso a parlare sono i pazzi, i defunti, i santi e i demoni, oppure i gatti, i pidocchi, i maiali... tutte quelle cose che per natura o destino non hanno voce, con Titta prendono vita, mostrandoci sempre con tagliente ironia i lati più deboli della natura umana.
Persona di grande sensibilità ma anche personaggio buffo e dalle mille stranezze, Titta ha segnato il macco cornetano con qualcosa di indelebile: una poesia fatta di personaggi, cose e animali presi direttamente dalla strada, dalle campagne, dalle osterie. Nei suoi versi spesso a parlare sono i pazzi, i defunti, i santi e i demoni, oppure i gatti, i pidocchi, i maiali... tutte quelle cose che per natura o destino non hanno voce, con Titta prendono vita, mostrandoci sempre con tagliente ironia i lati più deboli della natura umana.
La poesia “tittiana” è talmente
radicata nell’immaginario cornetano che spesse volte alcuni
neologismi o espressioni usate dal
poeta sono entrate a far parte del linguaggio comune, come la famosa - ’gnorante de fronte e de profilo - di
“Premio Cardarelli”, oppure nel caso dell’epigramma - se baciate la donna state attenti, perché
dietro le labbra cià li denti - di “Attenti ar bacio”, spesso scambiato per un proverbio popolare.
“Tutte le poesie” di Titta Marini non è solo un omaggio ad
un poeta locale, ma una dignitosa
opera letteraria che testimonia come la poesia dialettale possa ancora rappresentare un eccezionale mezzo di analisi
della contemporaneità, come in passato lo furono i sonetti del grande Giuseppe
Gioacchino Belli della Roma ottocentesca. Un libro quindi molto attuale e rivolto a tutti, dove si ride, si riflette, e
a volte ci si commuove.
Tante poesie, dalle
più classiche e leggendarie come “Epitaffio a la sòcera” a quelle più liriche e
personali, come “Girandola” o “L’ultimo
Brindisi”. In questa bellissima opera
omnia tutti possono finalmente
leggere - possibilmente ad alta voce
- quei versi che per tanto tempo sono andati solo a memoria, poiché i libretti
originali di Titta, quelli con la
firma autografa del poeta (e per i più fortunati, con dedica) non si trovano
più da anni, e i pochi rimasti in circolazione sono gelosamente custoditi dai tittaroli più incalliti.
(Luca Cerquatelli, Società tarquiniense d'Arte e Storia bollettino 2008-209 suppl. n.37)
Mitico il discorsone! Sempre attuale :)
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