"L'orto vò l'omo morto", le soddisfazioni dell'orto urbano biologico

Quest'anno ho realizzato il mio primo orto urbano, cercando di mantenermi sul biologico ed applicando alcuni principi di agricoltura sinergica.
Dall'impianto a goccia per la micro-irrigazione, alle canne utilizzate per sostenere i pomodori, tra cui anche il bambù che cresce in alcune zone di Tarquinia, passando per una pacciamatura "bio" fatta con i teli di iuta, posso dire che lo sforzo non è stato indifferente, ma ne è valsa la pena.


Ho iniziato puntando quasi tutto sul rosso, con 5 tipi diversi di pomodoro: pachino, pendolino, datterino, cuore di bue, polifemo (quest'ultimo da dimenticare). Devo dire che le varietà che mi hanno dato più soddisfazione sono stati il cuore di bue (che vede nella foto accanto), il pendolino e il pachino, che sono molto simili.

Tramite la tecnica della "scacchiatura", ovvero rimuovendo i rigetti ascellari delle piante (o femminelle) sono riuscito ad ottenere buoni risultati: pomodori saporiti e di grande pezzatura. 
Devo dire che grazie anche alla micro-irrigazione a goccia, breve e frequente, le malattie più comuni e insidiose, come la peronospora,  non si sono fatte vedere. In data odierna, 19 ottobre, la meta delle piante sono ancora in vita, anche se ormai esauste.

Emana una luce propria,
maestà benigna.
Dobbiamo, purtroppo,
assassinarlo:
affonda
il coltello
nella sua polpa vivente,
è una rossa
viscera,
un sole
fresco,
profondo,
inesauribile...
(Pablo Neruda - Ode al pomodoro)

Discorso simile è stato per lo zucchino romano, anche qui buona raccolta con piante tutt'ora produttive. Ho concimato una sola volta, con concime organico, all'inizio della produzione.
Unico accorgimento: raccogliere le zucchine ogni giorno, senza farle troppo ingrossare, e naturalmente tanta acqua.

In conclusione, per avere buoni risultati, l'orto (urbano) va curato, e richiede tempo e fatica.

Come dice il vecchio adagio "L'orto vò l'omo morto", oppure, per rimanere in ambito locale, il poeta dialettale Titta Marini precisava:

La terra è sempre 
la peggior impresa, 
da vivo è bassa, 
da defunto pesa

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