Quattro anni da quella raccolta firme per rendere l'Italia più pulita

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L'8 Settembre del 2007, avveniva il primo V-Day organizzato da Beppe Grillo e da un movimento popolare che da lì a poco si sarebbe costituito in quelle 5 Stelle tanto temute dai nostri politici. In pochi giorni si raccolsero quasi 350.000 firme, contro le 50.000 firme necessarie, per presentare al Parlamento una proposta di Legge Popolare contenente i seguenti 3 punti:
  • Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.
  • Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente.
  • I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.
Nonostante la proposta di legge popolare sia prevista dalla Costituzione Italiana, e andrebbe quindi discussa in parlamento, da quattro anni le firme sono chiuse nel cassetto del Senato che si rifiuta di esaminarle, contravvenendo alla stessa Costituzione.
All'epoca la Casta criticò il V-Dayaspramente, giornali sia di destra che di sinistra definirono l'evento come un pericoloso ritorno al fascismo, paventando il rischio di una nuova marcia su Roma.
A distanza di 4 anni da quella raccolta firme tanto criticata, ecco però apparire  il Referendum per abrogare il Porcellum, cioè per ritornare a dare la preferenza ai candidati parlamentari nei collegi uninominali ripristinando di fatto la precedente legge Mattarellum, esattamente come indicato nel terzo punto proposto 4 anni fa al V-Day. Questa volta però grazie all'appoggio di IDV, SEL e di vari comitati referendari, la raccolta firme (che si dovrà svolgere entro il mese di Settembre) sta andando molto bene, nonostante il PDL, l'UDC, e parte del PD stiano remando contro il raggiungimento del quorum necessario di 500.000 firme.
Bersani,
alla recente festa del PD a Ponte Alto, ha dichiarato che non metterà la sua firma sul referendum, ma se si andrà a votare il suo partito sarà in prima fila nella battaglia, come ha già fatto per acqua, nucleare e legittimo impedimento. Insomma, il PD sarà pronto ancora una volta a mettere il cappello all'ultimo momento anche su questa consultazione popolare, come fatto per il referendum sull'acqua. Speriamo almeno che questa volta il numero dei SI sarà uguale al numero dei GRAZIE.
Fortunatamente a Tarquinia si è costituito un Coordinamento Cittadino Apartitico che nei giorni del 7/28 agosto, 3-4 e 10-11 settembre, ha predisposto un banchetto di raccolta firme in Piazza Cavour e al Lido.

Commenti

  1. "non metterà la sua firma sul referendum, ma se si andrà a votare il suo partito sarà in prima fila nella battaglia". Ma che vuol dire? Bersani fa ridere non di meno di Berlusconi!

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  2. La conferenza dei capigruppo del Senato ha rifiutato di mettere in discussione “Parlamento pulito”, la legge di iniziativa popolare e ha così "fanculato" i 350.000 cittadini firmatari nonostante la richiesta esplicita di Di Pietro a Schifani. Che dire? Non c'è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter. E' però corretto sapere chi sono i capigruppo del Senato. Ecco i nomi: Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pdmenoelle), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D'Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud). L'unico a favore è stato Felice Belisario (Idv). Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo.

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